Il tasso variabile conviene, ma gli italiani scelgono il mutuo a tasso fisso.

Gli italiani non hanno dubbi: dicono addio al tasso variabile e scelgono in massa il tasso fisso. Ecco il perché di questa tendenza per i nuovi mutui.

Diventare proprietario di un immobile è un traguardo importante, la realizzazione di un progetto impegnativo ma molto appagante. Per rendere concreto questo desiderio nella maggior parte dei casi l’acquirente ricorre all’aiuto della banca: si stima che ogni anno in Italia vengano erogati circa 250mila mutui ipotecari.

In questi ultimi anni in particolare, il livello dei tassi eccezionalmente basso ha creato delle condizioni molto favorevoli per tutti coloro che hanno deciso di chiedere un finanziamento ad un istituto di credito per acquistare una prima casa o per fare un investimento immobiliare.

Quando viene stipulato un contratto di mutuo, la banca concede al mutuatario una somma di denaro che quest’ultimo restituirà a lungo termine in un determinato arco di tempo, maggiorata degli interessi pattuiti. Si parla di mutuo “ipotecario” perché il mutuatario fornisce alla banca un’ipoteca sull’immobile oggetto di finanziamento come garanzia: se il mutuatario non pagherà, l’istituto di credito potrà rivalersi sul bene ipotecato.

Alla sottoscrizione del contratto, è necessario scegliere tra tasso fisso e variabile. Nel primo caso il mutuatario avrà una rata fissa per tutta la durata del contratto, invece il mutuo a tasso variabile ha solo la durata determinata, mentre il peso della rata cambia in base al tasso scelto come parametro di indicizzazione. Il 98% dei mutui a tasso variabile concessi in Italia sono agganciati all’indice interbancario Euribor, perciò un eventuale aumento della rata dipenderà dal suo aumento o da rialzi dei tassi da parte della Banca Centrale Europea.

Quando si accende un mutuo, il tasso variabile è sempre più conveniente di quello fisso; questo accade perché con un mutuo a tasso fisso la banca prende a provvista denaro per lungo termine, con tutti i rischi del caso, mentre per i mutui a tasso variabile può intermediare denaro dalla raccolta.

Quindi, almeno fino a qualche tempo fa, quando si trattava di scegliere il tasso del mutuo, gli italiani valutavano attentamente i pro e i contro offerti rispettivamente nello specifico dal tasso fisso e dal variabile prima di decidere, in modo da individuare quello più adatto alla propria situazione.

Attuamente, invece, sembra che non ci siano più dubbi: il 90% di coloro che accendono un finanziamento per l’acquisto di un immobile scelgono il tasso fisso.

Lo rivela un’indagine condotta da Il Sole 24 Ore, secondo la quale la richiesta del tasso fisso rispetto al variabile è in vantaggio schiacciante, non solo per i nuovi mutui: infatti questa tendenza è confermata anche con un 92% di preferenza per il fisso sulle operazioni di surroga.

Si tratta di un risultato che sarebbe stato impensabile soltanto 4 anni fa, quando il numero di mutui a tasso variabile erogati superava quelli a tasso fisso di un discreto 10%.

Perché oggi tutti scelgono in massa il tasso fisso, sebbene il variabile continui ad essere più conveniente?

Il tasso variabile in media per un mutuo tra i 20 e i 30 anni costa al mutuatario intorno allo 0,83%, mentre alle stesse condizioni il costo di quello fisso si aggira sull’1,92%. Quindi la realtà è che un mutuo a tasso variabile costa meno! Eppure quasi tutti coloro che si rivolgono alla banca per acquistare casa non lo considerano come una valida alternativa possibile.

Molto probabilmente questa tendenza si giustifica se pensiamo alla situazione di incertezza generata dalle notizie provenienti dai mercati finanziari negli ultimi mesi: l’andamento dell’economia del nostro Paese ha fatto discutere del possibile aumento dei tassi sui mutui concessi dalle banche.

Lo spread in salita potrebbe infatti portare gli istituti di credito italiani a veder salire i costi di approvvigionamento del denaro; di conseguenza a breve le banche potrebbero ripercuotere tale aumento sul prezzo dei finanziamenti.

Questa situazione di instabilità ha senza dubbio influito, contribuendo ad aumentare il bisogno di sicurezza per chi ha richiesto un mutuo: con il tasso fisso non si corre alcun tipo di rischio, dal momento che il tasso di interesse concordato deve restare immutato a prescindere dall’andamento dei mercati finanziari. Così molti preferiscono una rata più cara, ma che non riserverà brutte sorprese in futuro, perché non soggetta ad un tasso che può cambiare nel corso del tempo.

Un altro elemento che gioca a sfavore del tasso variabile è chi si trova ad accendere un mutuo adesso e sarebbe già propenso a scegliere un tasso fisso, non avrebbe potuto trovarsi in un momento più vantaggioso: i tassi di interesse per il fisso sono in media al di sotto del 2% e non sono mai stati così bassi.

Se vuoi saperne di più sulla situazione attuale dei mutui in Italia leggi anche il nostro articolo: “Mutui casa e tassi di interesse: ecco cosa sta cambiando”.

Per il momento i tassi (sia fisso che variabile) restano ai minimi storici ed è ancora conveniente stipulare un mutuo, ma non si può prevedere quanto dureranno ancora queste condizioni. Perciò se hai in mente di comprare casa approfittane per fare il grande passo!

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